sabato 28 giugno 2008

Due sbarrette e un quadratino: la genesi del videogioco.



E' di questi giorni la notizia di un film sulla storia della mitica Atari, con Leonardo di Caprio nel ruolo di Nolan Bushnell, pioniere dell'industria videoludica e cofondatore assieme a Ted Dabney di Atari Inc. nel 1972.

Certo la mia perplessità su Di Caprio nel ruolo del creatore di Pong è piuttosto elevata, ma sarà il tempo a dirci se Atari sarà un film degno di lode o no. Lo stesso dicasi per i suoi interpreti...

Di sicuro una cosa è assolutamente da sottolineare: per la prima volta il cinema omaggia i videogiochi da un punto di vista prettamente storico, riconoscendo l'importanza di quella azienda che nel 1972 diede il via al mercato videoludico che oggi vale quanto se non di più quello cinematografico.

Naturalmente non sono mancati, negli anni, contatti tra cinema e videogioco (basta pensare al film "Il piccolo grande mago dei videogames, deliziosa pellicola del 1989 che, al di là della sua zuccherosa stucchevolezza e ad un product placement scritto a caratteri cubitali in ogni suo fotogramma, resta un'opera gradevole e che ha segnato la mia adolescenza... e quella di molti di voi, ne sono certo!), però a questo giro il mondo del cinema riconosce che i videogames non sono un fenomeno ad uso esclusivo di nerds e bambini: il videogioco assume una dimensione più "seria", più adulta. D'altronde una cosa diviene seria quando dietro di sè può vantare un business, almeno nella mentalità a stelle e strisce tutta marketing e dollaroni...

Tutto questo mi riporta a più di 20 anni fa, quando un mio lontano cugino decise di regalarmi il suo Atari 2600, assieme alle cartucce di Ms. Pacman e Vanguard, un eccezionale shooter spaziale a scorrimento orizzontale, che aveva anche dei livelli a scorrimento verticale.

Ci passavo delle ore tra blastaggi furiosi di astronavi aliene e corse folli nei labirinti, fuggendo dai fantasmini alla ricerca della pallina, della ciliegia e di tutto quello che potesse far salire vorticosamente il punteggio.

Non mancava la mitica, bestiale, inarrivabile, leggendaria cartuccia di Space Invaders, che mi ha fatto divertire, esaltare, imprecare ed incazzare come un matto agli albori della mia "carriera" videoludica.

Tempo dopo acquistai, o meglio i miei mi regalarono Sprintmaster e Crystal Castles, mentre un mio carissimo zio mi comprò la cartuccia di Crossbow, mitico gioco dall'atmosfera alla Robin Hood in cui bisogna difendere i propri compagni da scorpioni, serpenti, scimmie e altre minacce a colpi, appunto, di balestra: gioco di una difficoltà pazzesca ma che mi fece emozionare parecchio nelle maxi partite organizzate con tutti gli amici del quartiere. Ci si passava il joystick cercando di superare, a turno, tutti gli infernali quadri che componevano il gioco.

Oggi queste cassette e la console le custodisco gelosamente e, ogni tanto, mi vien voglia di rimettere in funzione la 2600 e farmi qualche partita a Space Invaders... purtroppo il tempo è contro di me: il lavoro mi assorbe al 98% e quel che resta, giustamente, va dedicato alla mia fidanzata. Grazie al cielo anche lei ama i videogiochi... chissà qualche volta ci faremo una partita assieme...

Insomma Atari è stata la mamma del videogioco come lo conosciamo oggi e devo dire che ha cresciuto pure me...

* * *

Per quanto riguarda il Pong, invece, io nel '72 non ero che una particella di pensiero nell'iperuranio... però ricordo che all'incirca nel 1990, il mitico Piero, di cui vi parlavo a proposito di Monkey Island e Turrican, tirò fuori dal solaio uno strano arnese nero con leve e bottoni e due strani aggeggi dotati di potenziometri... si trattava del Pong! Primordiale console di gioco che rivoluzionò l'idea di home playing: il gioco non era altro che due sbarrette controllate sull'asse delle Y dal giocatore attraverso un potenziometro e una pallina che rimbalzava sullo schermo. Il compito del giocatore era colpire la "pallina" (si trattava per la verità di un quadratino) e farla rimbalzare oltre la sbarretta avversaria per segnare un punto.

Certo oggi fa strano solo il pensiero di un gioco così elementare, abituati come siamo ai vari GTA 4 e compagnia bella, ma ai tempi fu una rivoluzione e spero tanto che il film di Brian Hecker e Craig Sherman riesca ad evidenziarne l'importanza storica ed affettiva.

Qualche tempo fa, mentre preparavo l'intervista a Stefano Gallarini, il mio caro amico Phil M mi mandò delle foto scattate presso il negozio di materiale informatico di un suo caro amico, Totò che, a quanto pare, è anch'egli un fan di My Games Corner...

Ecco le foto nel loro splendore:






Purtroppo non sono riuscito a reperire alcuna informazione a riguardo, conto sull'aiuto degli amici del Forum di Gamesradar alla sezione Retroradar...


4 commenti:

Anonimo ha detto...

bella hell! sono fiero di aver dato il mio contributo alla causa
retrogamer. il logo atari è mitico.
volendo ci starebbe come tatuaggio..
ma per ora resta il mio logo della gamertag su xbox live.

hai sbloccato i commenti. ottimo.
ma non togliere mai il cbox.
e troppo divertente.. ahahah.
forse non ti sei accorto del commento di urahara?!

continua così mitico

Boh ha detto...

Si mi ero accorto... ho dimenticato di rispondere sul c-box... ;)

Alessandro "Il Notturno" Perlini ha detto...

Mio padre mi ha fatto vedere il suo clone casalingo di Pong...
Funzionava ancora ed era alimentato da ben 8 batterie torcia...
CHe duravano ben poco, poi...


Ma il fascino era indescrivibile!

Peppe "Prof. Jones" Scaletta ha detto...

Carissimo HellCiccio, mentre cercavo materiale per la puntata 1x02 di AV mi sono imbattuto in questo tuo post! Mi ha fatto piacere :D
Buon ascolto!