sabato 21 giugno 2008

Intervista a Mario "AIO" Morandi

A corollario dello speciale pubblicato nel post precedente, ecco a voi l'intervista rilasciata da Mario "AIO" Morandi a My Games Corner.

Il conduttore e autore di Radiogame si è dimostrato una persona eccezionalmente gentile, disponibile ed umile, come potrete leggere nelle sue risposte, nonchè un videogamer dotato di una notevole cultura videoludico-musicale

Ed è quindi con grande piacere ed onore che vi presento Interviste #2, ospite della puntata: Mario "AIO" Morandi!

* * *

H) Radiogame è uno splendido podcast che sta conquistando un gran numero di appassionati di videogiochi, da come si legge dai commenti sul tuo blog di riferimento. Vuoi raccontarci un po' la sua genesi? Com'è nato un personaggio come Matto Bitonto?


M) Dunque, da tempo stavo cercando di ideare un progetto multimediale che intrattenesse e informasse sulla storia del videogioco. Ho cominciato a impaginare una webzine, poi ho iniziato a creare del materiale addirittura per un programma da lanciare su YouTube; infine mi sono reso conto che la mole di lavoro era troppa per una persona sola e il materiale video difficilmente reperibile.

Così, ascoltando la sigla che avevo realizzato per il programma video, mi è venuta l’idea di trasformare tutto in un podcast: qualcosa di realizzabile senza doverci perdere troppo tempo.

Matto Bitonto è nato da un incrocio genetico tra Matteo Bittanti (con cui ultimamente sono in contatto, ha anche segnalato Radiogame sul suo blog) e Giulio Palermo, ossia il Woody Allen della nuova generazione (che incredibilmente hai conosciuto sui banchi di scuola!).
Siccome amo la satira, le trasmissioni della Gialappa’s, di Guzzanti o programmi come lo Zoo di 105 mi diverto a inserire degli stacchi umoristici, anche se prendono un po’ di tempo nella realizzazione.


H) Complice del grande successo di Radiogame è forse anche il fatto che la musica trasmessa spazia dall'epoca 8 bit a quella più recente. Raccontaci un pò la tua “carriera videoludica”, in termini di console avute, provate ed amate (ma anche odiate se vuoi)...


M) Il successo di Radiogame non è poi così grande (beh basta guardare lo Shinystat Counter! ndH), e le idee in cantiere sono ancora molte. Resterà comunque una costante il discorso storico oltre a quello musicale: esattamente come per Retrogamer.it, punto di riferimento storico e critico per il videogioco in Italia, la missione di Radiogame è quella di gettare luce su un mondo fantastico e ingiustamente dimenticato.

Ho inziato a giocare seriamente a 10 anni con un NES, passai poi al Megadrive e conteporaneamente seguivo la meravigliosa rivista “Game Power”, diretta da Riccardo Albini e scritta da redattori geniali come Tiziano “Apecar” Toniutti, nonché nei primi tempi anche da Matteo Bittanti. Così divenne una fissa per me dover provare tutti i “Power Games” segnalati dal mensile, autoinvitandomi dai vari amici e compagni di scuola magari solo per “vedere” il videogioco di turno... A un certo punto, nel ’96 spedii per posta il mio Megadrive permutandolo con una PlayStation nuova di zecca. Ci giocai fino al 2000, continuando a scroccare visioni virtuali ai vari amici su altre piattaforme. Dopodiché, con l’avvento di PlayStation2 mi sembrò di vedere troppe minestre riscaldate e cominciai a darmi al retrogaming. Conoscevo pochissimi titoli per home computer e sono tuttora ignorante sulle macchine Commodore. Ho recuperato diversi titoli cult per PC, ma essendo un amante degli autori nipponici considero fondamentale aver recuperato il Dreamcast appena 3 anni fa, mentre nel frattepo avevo acquistato una PS2 e un Gamecube. Dopodiché presi anche un XBOX usato. Recentemente ho acquistato un Wii, ma l’ho venduto, e attualmente tiro avanti con una PSP modificata. Mica cotica.


H) Com'è stata la tua prima esperienza live con Radiogame al Video games History 2008? Come ti stai preparando per la prossima data (28 Luglio Galleria Expo di Senigallia)? Vuoi fare qualche anticipazione per i lettori di My Games Corner?


M) L’esperienza al VGH è stata molto utile per capire come muovermi all’interno di questi eventi tematici. In quel caso ho voluto provare a improvvisare tutto per vedere come potevo cavarmela, ma ho capito che una scaletta di qualche tipo è comunque necessaria. Per Senigallia sto infatti preparando una sequenza mixata, anche se avere notizie dettagliate sull’evento si rivela più arduo di quanto credessi. Morale della favola, non dare mai nulla per scontato e “rompere le palle” all’organizzazione sommergendoli di domande per sapere esattamente cosa troverai (e soprattutto cosa NON troverai) una volta sul posto. Per ora so che sarò all’aperto, in piazza e con un bell’impianto. Se volete ballare sulle note di Go Straight (Streets of Rage 2, Yuzo Koshiro) non potete mancare assolutamente.


H) La tua attività non si limita a Radiogame. Vuoi parlarci di Aio Productions e i progetti ad esso legati?


M) AIO Productions è la mia casa di produzione virtuale, che raduna un po’ tutti i progetti multimediali in cui spesso e volentieri mi imbarco. Mi occupo un po’ di tutto, dalla grafica al montaggio video, dalla composizione musicale alla scrittura. Segnalo quindi il mio Space www.myspace.com/aioproductions sperando nel frattempo di trovare un posto fisso nel campo della creatività, perché con qualche collaborazione non ce la faccio a pagare l’affitto. Purtroppo il mio iter professionale è decisamente atipico (ad esempio sono laureato in Lingue e Letterature Straniere, cosa che non c’azzecca molto con quello che voglio fare nella vita), e questo complica le cose. Al momento forse la fortuna sta girando, ma non dico nulla per scaramanzia.


H) Mario Morandi videogamer. Che tipo è? Come vive il videogioco e il game over? Sei un competitivo o giochi solo per divertirti?


M) Oggi sono molto sportivo nel gioco, ma i miei momenti di imprecazioni, di insulti al gioco/programmatori/joypad/avversario li ho avuti e anche parecchi. Penso che se non hai mai esclamato “che gioco di merda” mentre perdi una vita non sei degno di definirti un videogiocatore.

Amo giocare i videogames che sanno stupirmi, che mi possano insegnarmi e farmi scoprire qualcosa di nuovo. E questo può succedere anche (soprattutto?) con un titolo di dieci anni fa e oltre.


H) Oltre che produttore multimediale e autore-conduttore-produttore di un'interessantissima radio on-line, sei anche collaboratore di un importantissimo portale videoludico quale Retrogamer.it, com'è nata questa collaborazione? Qual è stato il gioco da te recensito che ti sta maggiormente a cuore?


M) Bella domanda. Retrogamer.it è un portale realizzato praticamente da una sola persona, ossia Luca Abiusi, che “per inerzia” (parole sue) ha scritto la quasi totalità delle mille e oltre recensioni presenti sul sito, trattado il videogioco da un punto di vista storico e critico difficilmente rintracciabile sul web (e parlo in scala globale). La collaborazione è nata appena ho cliccato sul sito e ho letto le recensioni dei titoli Namco per PSX, sono rimasto folgorato dal suo stile letterario e dalla sua visione del videogioco che condivido e supportato dal 2004. Notando che allora mancavano dei titoli per Megadrive che ho amato particolarmente (Landstalker, Shining Force II), l’ho subito contattato e ho cominciato a scrivere le prime recensioni. Ora sono circa una quarantina, nemmeno il 5% del totale. E sono forse il più attivo dei collaboratori...

Radiogame è ospitato sul server di Retrogamer.it, e colgo l’occasione per ringraziare Luca Abiusi per aver supportato incondizionatamente questo progetto.


H) Chiacchierando con Aio non si può non parlare di musica! Chi è il tuo compositore o compositrice preferito/a? E il genere musicale videoludico?


M) Non esiste, anche se ammiro molto Hiroshi Okubo, compositore drum and bass Namco, maestro indiscusso della video game music. Suoi diversi brani di Rage Racer, Ridge Racer Type 4, Ace Combat 2, ma anche Katamari Damacy. Sempre parlando di Namco, starei ore ad ascoltare la colonna sonora di Soul Edge (original, arranged, e soprattutto Super Khan Session). Evito di elencarti poi tutti i grandi (Koji Kondo, Chris Huelsbeck, Yuzo Koshiro etc.), comunque sia amo il ritmo e la melodia e in generale l’approccio nipponico (ma non esagerato, non vedo di buon occhio il mondo otaku) alla video game music: il videogioco per loro, più che un film, è un videoclip. E io adoro i videoclip.


H) Quali sono i progetti futuri che coinvolgeranno la Aio Productions e Radiogame?


M) In genere non parlo delle idee che ho in cantiere, principalmente perché non so se e quando vedranno la luce. Posso dire che ho intenzione di ospitare dei video in futuro su Radiogame e forse creare una vera e propria community. Ho in mente diverse puntate speciali del programma; come mi è sempre successo, le idee sono tante e le ore dispondibili troppo poche. Alla fine devo accantonare sempre qualcosa, vedi il blog www.gameisnow.blogspot.com. Ma una cosa è certa, amo sperimentare e quindi qualcosa di nuovo salterà sempre fuori, posso garantirlo.

Al momento cerco anche di partecipare al nuovo progetto di Matteo Bittanti, Schermi Interattivi, che ritengo davvero ottimo da un punto di vista critico. Per ora ho analizzato un paio di sequenze d’apertura, Another World e Ridge Racer Typer 4. Troppo poco, vedrò di fare di più.


H) Mi toglieresti una piccola curiosità? Da cosa nasce il tuo nick “AIO”?


M) AIO sono semplicemente le vocali del mio nome, tre lettere che utilizzavo per classificarmi in sala giochi prima e per siglare i miei fumetti poi. Molti credono che io sia sardo e leggono AIO’ ma, a parte il fatto che sono nato a Trento, l’accento non c’è e si legge AIO. Oggi come oggi sto eliminando il nick un po’ dappertutto, voglio che la gente mi conosca con il mio nome e cognome.


H) E siamo giunti alla conclusione di questa intervista. Vuoi dedicare un messaggio ai lettori di My Games Corner prima di salutarci?


M) Seguite questo fantastico blog, scritto da una persona tanto divertente quanto competente. E magari prendete esempio, se ognuno di noi parlasse delle proprie esperienze e conoscenze videoludiche questa sub-cultura uscirebbe definitivamente dal ghetto. Aprite un blog, scrivete in modo molto personale e fregatevene di far vedere che “ne sapete”: presto sarete seguiti da molti lettori.


H) Grazie di cuore per l'intervista e il tempo a me dedicato, AIO! Ti faccio un grande in bocca al lupo per i tuoi progetti attuali e futuri!!!


M) Crepi, ti ringrazio io, è un piacere avere dei fan come te. I miei complimenti per un blog che cresce sempre di più: continua così! ;)



3 commenti:

Alessandro "Il Notturno" Perlini ha detto...

Utile intervista, ci aiuta a conoscere ancora meglio il nostro fido Mario!

Anonimo ha detto...

"Molti credono che io sia sardo e leggono AIO’ ma, a parte il fatto che sono nato a Trento, l’accento non c’è e si legge AIO"

Molti? Aio ti seguono dieci persone, questo ti basta per montarti la testa?

Mario Morandi ha detto...

Non era nemmeno riferito a Radiogame, è dai tempi dei forum che iscrivendomi come AIO quasi tutti mi fanno la fatidica domanda del sardo.
Oggi fortunatamente questa cosa dei nick è andata scemando grazie ai social network, dove ci iscrive con nome e cognome.
Poi per carità, uno è libero come te di fare commenti anonimi a un'intera intervista puntando il dito su un aggettivo.. Sarebbe stato più costruttivo vedere un nome a questo appunto, no?
Ma rispondiamo dai: certo, mi monto la testa a manetta, perché arrivo a fare (forse) un episodio di Radiogame ogni tre mesi. Però mi gaso perché ho un gruppo chiuso su Facebook con tanti amici in gamba e quasi 300 fan sulla pagina di Radiogame, poi apro siti tipo Neogamer per far montare la testa agli altri (segnalo siti e blog correlati alla cultura videoludica), e magari dò la priorità nella vita ad altre cose rispetto a queste...
Ma dai sul serio, se ci sono problemi parliamone, mandami un messaggio via FB o altro. Mi spiace che tu abbia questa mentalità competitiva, perché sono sicuro che anche tu stia facendo qualcosa per la cultura del videogioco e ti auguro di poterla divulgare il più possibile.