E' di questi giorni la notizia di un film sulla storia della mitica Atari, con Leonardo di Caprio nel ruolo di Nolan Bushnell, pioniere dell'industria videoludica e cofondatore assieme a Ted Dabney di Atari Inc. nel 1972.
Certo la mia perplessità su Di Caprio nel ruolo del creatore di Pong è piuttosto elevata, ma sarà il tempo a dirci se Atari sarà un film degno di lode o no. Lo stesso dicasi per i suoi interpreti...
Di sicuro una cosa è assolutamente da sottolineare: per la prima volta il cinema omaggia i videogiochi da un punto di vista prettamente storico, riconoscendo l'importanza di quella azienda che nel 1972 diede il via al mercato videoludico che oggi vale quanto se non di più quello cinematografico.
Naturalmente non sono mancati, negli anni, contatti tra cinema e videogioco (basta pensare al film "Il piccolo grande mago dei videogames, deliziosa pellicola del 1989 che, al di là della sua zuccherosa stucchevolezza e ad un product placement scritto a caratteri cubitali in ogni suo fotogramma, resta un'opera gradevole e che ha segnato la mia adolescenza... e quella di molti di voi, ne sono certo!), però a questo giro il mondo del cinema riconosce che i videogames non sono un fenomeno ad uso esclusivo di nerds e bambini: il videogioco assume una dimensione più "seria", più adulta. D'altronde una cosa diviene seria quando dietro di sè può vantare un business, almeno nella mentalità a stelle e strisce tutta marketing e dollaroni...
Tutto questo mi riporta a più di 20 anni fa, quando un mio lontano cugino decise di regalarmi il suo Atari 2600, assieme alle cartucce di Ms. Pacman e Vanguard, un eccezionale shooter spaziale a scorrimento orizzontale, che aveva anche dei livelli a scorrimento verticale.
Ci passavo delle ore tra blastaggi furiosi di astronavi aliene e corse folli nei labirinti, fuggendo dai fantasmini alla ricerca della pallina, della ciliegia e di tutto quello che potesse far salire vorticosamente il punteggio.
Non mancava la mitica, bestiale, inarrivabile, leggendaria cartuccia di Space Invaders, che mi ha fatto divertire, esaltare, imprecare ed incazzare come un matto agli albori della mia "carriera" videoludica.
Tempo dopo acquistai, o meglio i miei mi regalarono Sprintmaster e Crystal Castles, mentre un mio carissimo zio mi comprò la cartuccia di Crossbow, mitico gioco dall'atmosfera alla Robin Hood in cui bisogna difendere i propri compagni da scorpioni, serpenti, scimmie e altre minacce a colpi, appunto, di balestra: gioco di una difficoltà pazzesca ma che mi fece emozionare parecchio nelle maxi partite organizzate con tutti gli amici del quartiere. Ci si passava il joystick cercando di superare, a turno, tutti gli infernali quadri che componevano il gioco.
Oggi queste cassette e la console le custodisco gelosamente e, ogni tanto, mi vien voglia di rimettere in funzione la 2600 e farmi qualche partita a Space Invaders... purtroppo il tempo è contro di me: il lavoro mi assorbe al 98% e quel che resta, giustamente, va dedicato alla mia fidanzata. Grazie al cielo anche lei ama i videogiochi... chissà qualche volta ci faremo una partita assieme...
Insomma Atari è stata la mamma del videogioco come lo conosciamo oggi e devo dire che ha cresciuto pure me...
Certo oggi fa strano solo il pensiero di un gioco così elementare, abituati come siamo ai vari GTA 4 e compagnia bella, ma ai tempi fu una rivoluzione e spero tanto che il film di Brian Hecker e Craig Sherman riesca ad evidenziarne l'importanza storica ed affettiva.
Qualche tempo fa, mentre preparavo l'intervista a Stefano Gallarini, il mio caro amico Phil M mi mandò delle foto scattate presso il negozio di materiale informatico di un suo caro amico, Totò che, a quanto pare, è anch'egli un fan di My Games Corner...
Ecco le foto nel loro splendore:
Purtroppo non sono riuscito a reperire alcuna informazione a riguardo, conto sull'aiuto degli amici del Forum di Gamesradar alla sezione Retroradar...