Conoscendo, all'epoca, Zelda solo per averci sbavato sopra dalle vetrine dei negozi di giocattoli o nelle pubblicità Nintendo presenti nel Topolino, si trattava per me, a tutti gli effetti, del primo gioco d'azione fantasy con visuale "a volo d'uccello", meglio noto come Action J-Rpg, con cui avessi mai avuto a che fare direttamente. Mystic Quest, per me, simboleggia diverse "prime volte" in vari ambiti... ma andiamo con ordine!
Ricordo che sudai le proverbiali 18.000 camicie per convincere mia madre a regalarmi il Game Boy per la Cresima. Ricordo anche che l'unico gioco che avevo era R-Type, divino shoot 'em up che mi fece crescere notevolmente, soprattutto dal punto di vista della capacità di inve

Un mio compagno di scuola mi prestò una scatola piena di giochi del Game Boy, che lui ormai non guardava più, dato che aveva il C-64.
Tra le tante cassette, mi colpì una in particolare. Sfondo verde, un'armatura stampata sopra con i suoi vari pezzi, a mò di sample da negozio di abbigliamento.
Mystic Quest.

Avviai il gioco e già dalla schermata principale rimasi ammaliato da una melodia dolce e malinconica nello stesso tempo.
Dopo aver messo il mio nome e dato quello della controparte femminile, eccomi catapultato in un'arena ad affrontare una specie di gattone gigante in armatura e con mazza chiodata.
Da lì a breve cominciai a passare sempre più tempo su questo gioco, dedicandomi con passione al superamento delle quest, al ritrovamento di armi e corazze sempre migliori.
All'epoca ero piccino e l'Inglese cominciavo a masticarlo un pò, ma non era abbastanza per comprendere in pieno la bellezza della trama di questo gioco. Certo in poco tempo riuscii a migliorare sensibilmente la conoscenza della lingua, grazie anche ai miei genitori, entrambi perfettamente anglofoni, dal momento che per molti anni hanno vissuto negli States.
La storia, se oggi può essere considerata abbastanza clichettosa, all'epoca mi parve epica e toccante. Il mana tree (prima volta che mi confrontavo con un concetto che avrei abbondantemente vissuto videoludicamente negli anni a venire...) che muore, una prescelta che lo deve rianimare, un cattivo che complotta nell'ombra.
Meraviglia.
A un ragazzino abituato agli sfrenati arcade da sala giochi, un'avventura fantastica in un mondo pieno di magia era qualcosa di nuovo, fresco e terribilmente emozionante.
Fu anche il mio primo contatto con i Chocobo. Si perchè qui in Italia e nel resto d'Europa questo gioco lo conosciamo come Mystic Quest, ma in effetti si tratta di Final Fantasy Adventure, spin off action della mitica saga Final Fantasy, che ha subito diversi cambi di nome, da Final Fantasy Mystic Quest a Final Fantasy Gaiden, passando per un remake per Game Boy Advance chiamato Sword of Mana.
Tutto questo l'ho scoperto in tempi recenti, in occasione di una ricerca sul gioco per documentarmi prima di scrivere questo post.
Quindi fu anche la mia "prima volta" con un titolo Final Fantasy e fu anche la "prima volta" che andai su Internet alla ricerca di una soluzione per un punto in cui ero fermo da anni.
Si perchè, ad un certo punto, bisogna trovare un passaggio segreto, sbloccabile da qualche parte non meglio definita.

L'unico hint era "Palm Tree and 8".
Per anni cercai e cercai ma senza successo.
Lasciai perdere il gioco.
Poi qualche anno dopo aprii il primo Internet Point nel mio paese. Mentre ero lì a curiosare decisi di provare a collegarmi e al costo di 3.000 lire per mezz'ora girovagai tra walkthrough per Alone in The Dark, e informazioni varie.
Poi l'illuminazione! Cercai in giro e trovai una soluzione per quel dannato dilemma del Palm Tree and 8.
Mi mangiai le mani!
Bisognava girare attorno a due palme disegnando un 8!!!
Non ci sarei arrivato mai da solo!!!
Da lì a breve finii il gioco e alla fine ricordo di essermi anche commosso!!!
Per la prima volta vivevo un'avventura profonda, ricca di enigmi e da una storia di spessore, rispetto a ciò con cui avevo giocato fino a quel momento.
La grandezza di SquareSoft sta, o per qualcuno stava, proprio nella capacità di emozionare, di far sognare il giocatore immergendolo in un mondo ricco di dettagli e storie, di magia e avventura.
E per questo non smetterò mai di ringraziare questi geniali giapponesi per aver sconvolto la mia esistenza videoludica.