mercoledì 30 dicembre 2020

Is the magic still here?

Bimbi grandi felici

Tanti mesi di silenzio, promesse non mantenute, un'assenza da questo blog contrassegnata da un periodo di distacco, in un secondo lockdown che ha pesato di più, anche se all'inizio non me ne sono accorto più di tanto.

Eppure sono qui, ostinato e determinato a non far morire questo blog, intenzionato più che mai a fare di tutto affinché il bambino che è in me non smetta di giocare, di meravigliarsi, di stupirsi.

Ma non è facile, soprattutto quando macini migliaia di parole al giorno per vivere. Non è facile quando inizi a sentire il bisogno di tornare a una normalità che non tornerà mai, quantomeno mai come era prima. Perché il mondo è cambiato, e tu sei cambiato con lui.

Il 2020 passerà alla storia per tantissime cose, soprattutto negative. Il COVID 19, i grandi del mondo delle arti che ci hanno lasciato uno dopo l'altro. Le notizie, le famiglie devastate da un lutto che non può nemmeno essere vissuto. La paura costante dell'ignoto, il cercare di trovare una strada in mezzo all'enorme rumore di fondo provocato sui social dall'ignoranza, dalla cattiveria e dalla stupidità delle persone.

E anche queste feste sono state totalmente fuori dalle righe. Poca voglia di festeggiare, non ho nemmeno scritto il consueto post augurale perché... diciamocelo chiaro, quest'anno mi sarei sentito terribilmente ipocrita a fare gli auguri. Auguri di che? Sì sembra un po' sciocco e infantile, e forse lo è. Ma diciamo che quest'anno lo spirito natalizio se ne è andato un po' in giro per i fatti suoi.

L'unica grande, immensa consolazione, è stata la famiglia. Il poter riassaporare momenti magici, cercando di fare in modo che per Penny fosse un Natale sì strano (pochissimi contatti, entro i limiti delle regole), ma non privo di magia.

E così abbiamo fatto il possibile per farle vivere un po' lo spirito natalizio che a noi è mancato quasi del tutto. Abbiamo ospitato un elfo (il famoso Elf on the shelf), abbiamo intrattenuto un fitto scambio epistolare con Babbo Natale, fra letterine, messaggi e telefonate (eh sì... potere della tecnologia!). E devo dire che è stata anche la nostra, di salvezza, dato che abbiamo potuto rivivere attraverso i suoi occhi stupiti, la sua emozione e la sua gioia, un po' di questo Natale mancato del 2020.

Dunque, per rispondere alla domanda del titolo... la magia c'è ancora? Direi di sì, nonostante tutto.

Quest'anno ho regalato a Laura e Penny la Nintendo Switch, insieme a qualche gioco, fra cui Zelda: Breath of the Wild. In tutta onestà, partivo alquanto indifferente nei confronti della console e non solo per il discorso PC Master Race. Per un po' di tempo ho snobbato del tutto la grande N, vuoi perché non apprezzo molto alcuni suoi modus operandi a livello aziendale, vuoi perché l'ultima grande esperienza vissuta con una console della casa di Kyoto è stata con il GameCube (anche se di recente abbiamo riscoperto piacevolmente la Wii a casa). Ma poi, vedendo giocare Laura e Penny, così felici e assorbite dai loro giochi, un grande amico di famiglia, Phil M., di cui vi ho parlato altre volte ci ha regalato Luigi's Mansion 3, non ho potuto fare a meno di osservare meglio e con maggiore curiosità questo strano ibrido tra console portatile e fissa.

E ho riprovato certe sensazioni... una certa magia... e nonostante il costo davvero elevato dei giochi, dopo aver provato la demo, ho ordinato Pikmin 3, e non vedo l'ora che arrivi per divorarlo!

Quindi, chiudo quest'anno all'insegna di un ritrovato amore per la magia Nintendo, ma non solo con alcuni bei momenti videoludici a cui però voglio dedicare un post a parte, altrimenti qua non ce ne usciamo più.

Chiudo il post augurando a tutti che il 2021 sia meglio del 2020. Un grande abbraccio!

Stay strong



lunedì 7 settembre 2020

Trent'anni e non sentirli

 

Monkey Island
Uno splendido trentenne!

Il 2 settembre 1990 iniziava la leggenda! Nel profondo dei Caraibi... ormai queste parole sono impresse a fuoco nel cuore di tutti noi appassionati della saga de The Secret of Monkey Island, il capolavoro di Ron Gilbert edito trent'anni fa dalla LucasFilm Games, poi ribattezzata in LucasArts.

Del gioco ho avuto modo di parlare più e più volte, fin dagli albori del blog nel lontano 2008, ma anche di recente, quando vi ho raccontato della mia maratona della saga.

Ed eccomi qua, con qualche giorno di ritardo, a celebrare il trentesimo compleanno del gioco che mi ha fatto innamorare delle avventure grafiche e del gaming in generale. Un mondo picaresco folle e spensierato che mi ha fatto sognare e divertire per tanti anni.

Come vedete, il vostro HellCiccio è sempre sul pezzo, ehehe!

Ma d'altronde cos'altro potrei scrivere senza ripetermi? È un qualcosa di talmente radicato in me, che non passa occasione senza che io fischietti il tema o provi con risultati alquanto deludenti a riprodurlo con il mio ukulele... ormai lo sapete benissimo qual è il mio, ma probabilmente anche il vostro rapporto con questo capolavoro.

Che altro aggiungere? Beh anche io ho deciso di festeggiare a modo mio, in attesa di ottobre e nella speranza di potermi permettere l'antologia annunciata da Limited Run Games, vedete qui sotto!

Ecco come ho deciso di celebrare il mio trentennale amore per la saga di Guybrush Threepwood & co.! Una stupenda maglietta ordinata da Qwertee! Ecco qui un'anteprima della stampa!

LeChuck

 Buon compleanno Monkey Island! Sarai sempre nei nostri cuori!

Look behind you, a Three-Headed Monkey!”

martedì 1 settembre 2020

Intermission #3 - Ed è già settembre

Orange is life

Si sa, passato il Ferragosto, è subito settembre, poi Halloween e poi... "Che fai a Capodanno?"

E anche quest'anno siamo arrivati a settembre... vivi! È proprio il caso di dirlo, il 2020 ci ha preso a manate in faccia praticamente da subito e, considerata la situazione mondiale, personalmente guardo ai prossimi mesi con una certa ansia.

Detto questo, iniziamo già benissimo: il tempo sta cambiando (so che da altre parti piogge e temporali si son già fatti vivi da qualche giorno), mia figlia si è raffreddata e io... beh diciamo che sto arrivando alle agognate ferie in totale debito d'ossigeno.

Per fortuna non mancano i piccoli momenti di nerdismo, tra una partita a Split/Second con mia figlia (che deve ancora abituarsi a usare il pad) e il mio playthrough a Death Stranding che ormai volge al termine anche se io non voglio ancora congedarmi da questo mondo devastato e malinconico.

E la foto all'inizio post che c'entra, vi starete chiedendo? Beh... l'arancione è uno dei miei colori preferiti ed è quello che associo a questa fase di mezzo tra estate e autunno, per via dei tramonti spettacolari che ci siamo goduti nei pochi giorni di mare che siamo riusciti a strappare, ma anche per il fogliame che fra poco inizierà a cambiare colore... e poi volete mettere? Pad arancione + Half-Life... che c'è di meglio? 

Ieri sera ho pure sentito i primi avvisagli di pioggia nell'aria (o forse era solo umidità...) e come ormai sapete bene se mi seguite da un po', associo tante cose alla pioggia... vedremo cosa ci riserverà questo autunno.

Io spero che la fase finale di quest'anno sia più sereno per tutti noi e che ci consenta di mettere alle spalle per sempre tutta la bruttura che ci ha colpito in questo 2020.

Che altro dire per questo breve intermezzo, se non buona fine estate a tutti voi, miei cari lettori di My Games Corner?

Ci ritroviamo qui a breve...

Riding the last wave into the sunset

lunedì 24 agosto 2020

Cronache dal lockdown - Neo Geo Mini

Un piccolo box pieno d'ammmore


I mesi precedenti sono stati durissimi per tutti, inutile negarlo.
Per chi ha sempre lavorato fuori da casa, possibilmente senza aver mai toccato uno strumento di remote working, è stato un incubo doversi abituare a nuovi ritmi.
Per chi come me ha sempre lavorato in smart working, la prospettiva di non poter mettere il naso fuori da casa e il dover passare senza soluzione di continuità dal lavoro alle faccende domestiche è stata una prova dura ed estenuante.

Senza contare l'inevitabile noia, anche dei bambini, con cui dover fare i conti ogni giorno. I lavoretti, i compiti, i cartoni, i giocattoli, tutto utile ma se alla fine, sei abituato a trascorrere del tempo fuori casa, magari con altre persone, questi tre mesi di isolamento vuoi o non vuoi hanno pesato tanto sulla psiche.

E, guardandomi indietro, devo dire che non sono mancati gli acquisti compulsivi. Personalmente, oltre ad aver speso un botto di soldi per assemblare un PC nuovo (per inciso, dovevo pensionare quello da lavoro in ogni caso), mi sono concesso un altro piccolo colpo di testa, ovvero un Neo Geo Mini.


Ma andiamo con ordine.

Innanzitutto, per chi come me è cresciuto a pane e sala giochi, quelle due paroline, sei lettere in tutto, rappresentano un intero mondo.
Se anche per voi il logo Neo Geo insieme a quello di SNK fa partire in testa automaticamente il jingle... beh avete avuto un'infanzia niente male!


Immagini che puoi sentire
Ai tempi, per chi come me non navigava esattamente nell'oro, l'unica occasione per mettere mano ai fantastici titoli di questa casa nipponica era, appunto, la sala giochi.
E quanti gettoni ho speso su Metal Slug, Shock Troopers, Top Hunter lo sapeva solo il gestore che, a fine giornata, riempiva borse e borse di monetine.

Sì perché, quando arrivò anche in Italia la versione domestica del Neo Geo, fu chiara immediatamente una cosa: non era per tutti. Aveva infatti un costo a dir poco proibitivo, sia a livello di hardware che dei singoli giochi, tanto che dalle mie parti non arrivò nemmeno nei negozi.

Eppure, quella pubblicità trasmessa in televisione ci colpì durissimo. Ne parlammo allo sfinimento al catechismo, in comitiva, tra i banchi di scuola.
E nessuno che io conosca ha mai avuto la possibilità di mettere mano su un sistema casalingo, pertanto tutti noi ci accontentammo di continuare ad andare in sala.




Durante il lockdown, il mio caro amico Dott_Stilo, di cui vi ho già parlato in precedenza, mi manda le foto del tuo nuovo Neo Geo Mini, preso a prezzo stracciatissimo insieme ai pad.
Purtroppo, quella promozione era finita, ma dalle immagini e dai video, fui subito attratto da questo piccolo accrocchio! Con 40 giochi fra i titoli SNK più iconici e amati, non potevo non farlo mio. Inoltre anche la presenza di un schermino integrato, con tanto di joystick e pulsanti che richiamano i vecchi cabinati era davvero irresistibile. Così, dopo qualche ricerca, trovo un'offerta buona (anche se non come quella che ha trovato il buon doc, più culo che anima dico sempre io) e me lo accaparro.
Bella selezione, anche se manca qualcosa
Con qualche ansia circa la spedizione (in periodo di lockdown i disagi con i corrieri sono stati tantissimi), finalmente arriva a casa e fin dall'inizio è stato un turbinio di ricordi.
Certo, è un peccato che Metal Slug sia censurato e che collegato al TV in HDMI la resa non sia ottimale, con tanto di input lag, ma come oggetto da collezione devo dire che fa davvero la sua figura. Inoltre vuoi mettere il piacere di collegarlo e giocare a uno dei tuoi giochi preferiti della sala direttamente sulla scrivania o sulle gambe?
Anche la mia piccola Penny ha gradito tanto, i suoi giochi preferiti sono Ghost Pilots e Super Sidekicks!

Dispiace l'assenza di Top Hunter, ma alla fine i 40 giochi inclusi sono davvero magnifici, con zero lag se giocati sullo schermo integrato.

L'accrocchio in tutta la sua bellezza
Di Neo Geo si potrebbe parlare per ore, ad esempio a proposito delle differenze fra gli artwork giapponesi e quelli per il resto del mondo. Se ne parlava tempo fa con KingpinZero e gli altri amici della "cumpa online" e devo dire che se date un'occhiata alla rete, troverete materiali e grafiche davvero sorprendenti. Ma qui vorrei solo soffermarmi un attimo sulla potenza della nostalgia.

È vero, il mini ha i suoi difetti, come ben delineato da MetalJesusRocks nella sua recensione su YouTube, anche se forse troppo severamente, ma alla fine è un pezzo della nostra adolescenza che torna al suo posto. Sicuramente non è come avere un AES o un MVS in casa, ma davvero le quotazioni sono proibitive, così come andare a recuperare le schede da cabinato arcade.

Personalmente, lascio il "collezionismo serio" a chi ha il tempo e i mezzi per farlo (anche se ammetto che è un piacere guardare i video di LGR a tal proposito) e mi accontento di un "giocattolino di plastica" che però ogni tanto mi fa piacere tirar fuori dall'armadio e giocarci, magari insieme alla mia piccola ninja.

Anche Penny adora il Neo Geo Mini

lunedì 10 agosto 2020

Intermission #2 - Goonies never say die


Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a dodici anni. Gesù, ma chi li ha? - Gordie Lachance


Quasi ogni anno, l'estate (così come il periodo natalizio) significa rivedersi con gli amici storici, quelli che si sono trasferiti altrove e che scendono di nuovo in Sicilia per stare con la famiglia.

Io e Lalla abbiamo fatto una scelta di vita alquanto radicale, ovvero restare qui, sia per rimanere vicino agli affetti familiari, sia per seguire uno stile di vita più rilassato e tranquillo, lontano dal caos e dalla spersonalizzazione delle grandi realtà del nord.
Questo non significa che questo posto non ci stia stretto, anzi... ma il costo della vita e il sostegno della famiglia sono vantaggi che è impossibile ignorare.

Questa realtà, a volte, viene particolarmente stretta quando pensi che tutti gli amici, quelli veri, quelli che ti fai a 12 anni (o anche prima, nel mio caso) sono tutti fuori e che sei praticamente solo nel tuo quotidiano, ovviamente al netto dei legami di sangue.

E così, ogni volta che nella nostra immancabile chat di gruppo leggi quelle fantastiche parole tipo "Domani scendiamo, chi c'è?", già pregusti la festa, il piacere del ritrovarsi, quelle rimpatriate che non finiscono mai, dove il tempo neanche lo percepisci, dove fai le 2, le 3 e te ne sbatti che domani è lunedì e si torna a lavorare.

Ma torniamo un attimo indietro.


Un gruppetto di ragazzini scalmanati, sempre in sella alle proprie bici, che si riuniscono ogni pigra giornata d'estate, di quelle magiche e interminabili di quando hai 10-12 anni.

Sempre quel gruppetto che bigia catechismo per andare in sala giochi a spendere la paghetta in gettoni, gelati e figurine.

Quel gruppetto di ragazzini che, quando piove o quando fa troppo caldo, si riunisce davanti al Commodore 64 con schermo verde di uno di loro o al tuo Atari 2600 passandosi il joystick a turno per battere il record a Space Invaders o superare una sezione difficile di Moonshadow o Crazy Climber.


Sempre quel gruppetto che amava costruire le capanne in mezzo al nulla (ai tempi la zona dove vivevamo era in espansione, cantieri e campagna ovunque) ma non disdegnava uno sguardo di stupore davanti alle meraviglie dell'Amiga 500 esposto in bella mostra e liberamente utilizzabile presso l'allora unico negozietto di informatica del nostro paese.


Non si può non tracciare un parallelo con i Goonies, quel film che è leggendario quanto relatable per la nostra generazione: chi non si è mai identificato con quel gruppo di ragazzini urlanti almeno una volta?


Rieccoci al presente


Basta una rimpatriata, ridere di quella panza cresciuta ad assumere vita propria dall'ultima volta ("Ain't no moon!" e sì, parlo proprio della mia), dei capelli che ingrigiscono, oppure scambiarci le nostre esperienze di genitori (eh sì, ormai c'è tutta una nuova generazione), anche per chi lo sta per diventare a breve...


Ci ritroviamo bambini in corpi di adulti, che ridono ancora delle stesse cose, ricordando quasi con le lacrime agli occhi gli aneddoti più divertenti e imbarazzanti.


E poi realizzi che, per quanto la tua adolescenza abbia potuto fare schifo per vari versi, è grazie a loro che sei sopravvissuto alle medie, che hai fatto spallucce all'ennesima provocazione dei bulli (maledetti) o quando la tua insegnante (che tutto avrebbe dovuto fare nella vita tranne che salire in cattedra) ti smantellava pezzo per pezzo quel poco che restava della tua autostima pre-adolescenziale.


Ti rendi conto che la famiglia è anche questa, che gli amici che ti sei fatto da bambino restano per sempre e comunque. Che non contano gli anni e i km di distanza: condividete una bolla temporale tutta vostra, che niente e nessuno può scalfire.


E allora in quelle poche occasioni in cui si riesce a essere di nuovo tutti insieme, il tempo si ferma, torna indietro, schizza avanti e tu te ne stai lì a raccontare le tue cazzate o a sentire quelle degli altri con un sorriso sulla faccia e ti dimentichi di tutto, per un attimo l'ansia, le scadenze, il bisogno impellente di vacanza e relax spariscono per lasciare spazio a un piccolo calore, al centro del petto, una sensazione familiare e soverchiante che ti fa dire "ora sono a casa!".


Poco importa che queste occasioni si fanno rare, quando ci si riunisce si recupera tutto.

E già non vedi l'ora che arrivi la prossima rimpatriata.


Life is but a dream...



I veri Goonies siamo noi!







domenica 9 agosto 2020

Intermission - Sunday Feels

Adesso si ragiona

Il fine settimana, si sa, è spesso consacrato al rassettare e riordinare casa. E il mio home office aveva proprio bisogno di una riordinata.
Così, approfittando di un weekend in cui la piccola ninja dorme dai nonni, mi sono dato da fare e ho riorganizzato un po' gli spazi. D'altronde questa stanza è quella in cui passo la maggior parte del tempo, tra lavoro, videogame e camminate veloci sul tapis roulant...
Era arrivato il momento di sistemare meglio la scrivania e, perché no, sistemare anche l'angolo retrogaming, ormai abbandonato a se stesso da tanto, troppo tempo.
Dunque, un sabato pomeriggio tutto all'insegna del piumino e di tanto olio di gomito.
Il pc da gaming ha trovato finalmente spazio sulla scrivania, in modo da non bloccarne più il flusso d'aria da seduto. Prima stava sotto la scrivania e, ovviamente per sedere comodo, mi ci piazzavo praticamente davanti. Aspirando l'aria dalla parte frontale, era davvero un problema. E poi finalmente non ho più l'aria calda soffiata direttamente sotto il tavolo.
Dopo aver ottimizzato la disposizione della scrivania e del tapis roulant, che impediva l'accesso alla libreria, ho dedicato il mio tempo alla risistemazione dell'angolino retrogames, il mio vero e proprio angolo dei giochi, in cui ho sistemato quasi tutte le console a unità ottica, quindi GameCube, Playstation 2, Xbox, Saturn e Dreamcast.
Immagini che si possono sentire

Oggi, dopo aver risistemato un po' anche gli scaffali della libreria, mentre facevo il backup di alcune foto e video salvati su CD-ROM e DVD (alla faccia del digital rot!), ho provato ad accendere le varie console, dato che sono state inattive per un bel po' di tempo.
E così mi sono ritrovato a provare Puyo Pop Fever su GC, che dopo un iniziale blocco della console, ha ripreso a funzionare a dovere, Guardian Heroes su Sega Saturn che è il gioco per cui ho recuperato la console, Halo su Xbox (madonna non ricordavo avesse un framerate così basso!) e Killzone su Playstation 2. Per motivi logistici, non ho potuto collegare il Dreamcast dato che non ho sufficiente spazio per inserire lo step down, ma rimedierò ASAP!




Che dire? È stato davvero un bellissmo salto nei feels, ricordando un po' i momenti magici che mi hanno regalato queste console nel tempo e spero tanto di riuscire a coinvolgere Lalla con qualche partita a Puyo Pop o a qualche altro gioco da fare in due!
Fine dell'intermezzo! :)
Ci ritroviamo presto per un nuovo post regolare su My Games Corner! :)

domenica 2 agosto 2020

Ritornando... ancora una volta

Giochi ai tempi della pandemia

Ci eravamo lasciati, qualche tempo fa con la promessa che avrei ripreso a scrivere regolarmente su My Games Corner. Era il 7 gennaio e vi avevo appena raccontato della mia bellissima esperienza con la serie di Monkey Island.

La nostra ninja cresce!
Poi, come sapete tutti, siamo stati colpiti dalla pandemia, il COVID 19 ha cambiato un po' tutte le carte in tavola e, tra l'ansia per il futuro, il dover gestire il tanto tempo in casa di nostra figlia, abituata com'era ad andare all'asilo fin da piccolissima, ad andare a danza e, in generale, a passare tanto tempo con i suoi compagnetti e amici, il tempo, ma soprattutto lo spirito, per tornare qui erano veramente pochi. Tra una costruzione Lego, un piccolo esperimento di scienza e le prime "lezioni di skate" in soggiorno, la maggior parte del tempo è stata dedicata alla nostra piccola ninja!

Eppure, personalmente, il lockdown ha cambiato pochissimo le mie abitudini personali. Lavoro da casa da tantissimo tempo, lo smart working è sempre stata la mia filosofia lavorativa e, soprattutto, sono una persona che non ama tanto uscire fuori, se non per delle passeggiate in solitaria e tendo naturalmente a limitare al minimo i contatti sociali al di fuori della ristrettissima cerchia di familiari e amici (inclusi quelli "virtuali").

In ogni caso, la voce interiore si è un po' assopita e, alla fine, non ho potuto onorare quell'impegno che l'entusiasmo e l'amore ritrovato per il videogioco mi avevano spinto a prendermi qualche post fa.

Ma sono qui, ancora qui, cercando di tenere accesa quella fiammella in qualsiasi modo.

Dal punto di vista videogiocoso, non me ne sono stato certo con le mani in mano: innanzitutto ho recuperato un fantastico Neo-Geo Mini, di cui voglio parlarvi più avanti in modo più approfondito, ma, soprattutto, ho trovato il tempo per assemblare un nuovo PC da gaming, in vista del tanto da me atteso Cyberpunk 2077.

Il PC da lavoro ormai aveva bisogno di essere messo a riposo, non ne poteva più, il precedente PC da gaming, invece, iniziava a dare i primi segni di fatica con i giochi più recenti, pertanto ho convertito il mio vecchio e amato Ninja in workstation, assemblando un nuovo computer decisamente più performante, grazie ai consigli del mitico KingpinZero, da tempo mio mentore e guru per quanto riguarda il PC gaming!

Non avendo un giga-budget a disposizione, ho dovuto fare qualche piccolo compromesso, prendendo una CPU sicuramente interessante ma di certo non top-di-gamma, ovvero una Intel 9400f che spero di poter sostituire più avanti con una 9900k, ma ho puntato su una RAM veloce e una buona VGA. Inizialmente ho preso una RTX 2060 Super della Asus, ma a causa di un difetto di dissipazione, l'ho recentemente sostituita con una RTX 2070 Super OC Windforce della Gigabyte, con pochissimo in più.

Al sistema ho potuto associare un monitor LG da 27" IPS da 144 Hz, con 1 ms di latenza e compatibile con G-Sync, perché per una volta, voglio godermi il più possibile la mia passione, considerato anche che sono tornato da tempo al PC come piattaforma principale e di riferimento.

Ben ritrovato Geralt!
Dopo una marea di vicissitudini, sono riuscito a giocarmi The Witcher 3 senza intoppi. Alla sua uscita, alcune situazioni davvero poco piacevoli (tra cui uno smarrimento alquanto sospetto del pacco contenente la mia Collector's Edition per PC da parte del corriere) mi costrinsero ad abbandonare prematuramente la run. Per molti anni, purtroppo ho associato questo gioco (fun fact: ho assemblato il vecchio ninja per lui) ad alcuni ricordi non proprio belli e me ne sono tenuto un po' alla larga.

Finalmente, sono riuscito a superare questa idiosincrasia e, dopo 5 anni, ho potuto fare la mia blind run a The Witcher 3, godendomi la campagna principale (ho scelto di abbandonare il vecchio save da 46 ore e ricominciare da capo) e la prima delle due espansioni, Heart of Stone, che in alcuni passaggi mi è piaciuta ancora di più rispetto al favoloso gioco base.

126 fps di pura giuoia!
Anche alle vicende digitali di Geralt di Rivia voglio dedicare un post a parte, ma posso dirvi che, complice la serie arrivata su Netflix (che ho adorato), non solo ho ripreso il gioco e l'ho portato a termine, ma ho anche iniziato a comprare e leggere i libri. Ieri ho terminato il primo, Il guardiano degli Innocenti e ho attaccato subito il secondo, La spada del destino. Ed è stato emozionante rivivere le avventure che avevo già avuto modo di assaggiare con la trilogia del gioco e la serie, ma sulla fonte originale che, inutile dirlo, sto apprezzando molto di più di tutto il resto.

Ho finito l'espansione giusto in tempo per iniziare Death Stranding, preordinato su PC, che sto giocando in questi giorni, prendendo una pausa da Blood & Wine, seconda e ultima espansione del capolavoro di CD Projekt RED che riprenderò subito dopo.

Questa immagine mi dà sempre i brividi
Al momento tutto quello che posso dire sul titolo di Hideo Kojima è che, fin dall'annuncio mi ha dato una certa sensazione, di un qualcosa di importante ed epocale di cui ho voluto subito "sentirmi parte". Per intenderci, è la stessa sensazione che provai nel lontano 2005, quando dopo aver visto delle clip di G@me Network, comprai la Playstation 2 insieme a Metal Gear Solid 3, uscito da pochissimo, titolo che mi "sconvolse davvero", dando di fatto inizio al mio ingresso nel mondo console, nonché il GameCube in edizione Resident Evil 4, probabilmente uno dei miei giochi preferiti di sempre.

Dicevo, Death Stranding mi ha dato da subito quella sensazione, mi ha fatto riprovare delle emozioni che non ricordavo quasi più, pertanto ho deciso che l'avrei giocato al day one su PC, una volta saputo del suo arrivo.

Esplorare e contemplare
Ho da poco superato la decina di ore in game, quindi non posso dire molto, se non che lo sto apprezzando tantissimo e che credo stia confermando in toto le mie sensazioni.
Anche su di lui preferisco dire qualcosa più avanti, a run avanzata o ancora meglio completata.

Queste sono, più o meno, le mie cronache dal lockdown, che spero ci siamo lasciati definitivamente alle spalle. Il videogioco è stato utile anche per andare avanti, cercando piccoli momenti di quasi-spensieratezza, nel vortice di ansia e isolamento che abbiamo vissuto, lontano dalla tristezza per le tantissime vittime, dalla rabbia dettata dall'ignoranza di parte di questo Paese che se ne sbatte delle regole e che nega addirittura l'esistenza di una epidemia che ha portato via tantissimi affetti e distrutto famiglie e aziende.

Perché, a volte, evadere un poco dalla realtà aiuta ad affrontarla meglio.










venerdì 24 gennaio 2020

Space Truckin' - Mini-recensione di Rebel Galaxy Outlaw

Fonte: Double Damage

Ultimamente, si discute tantissimo dell'Epic Games Store. Come sempre, c'è chi lo ama, chi lo odia. Le argomentazioni sono tantissime, sia a favore che contro, ma personalmente preferisco chiamarmi fuori dalla diatriba. Per quello che mi riguarda, mi limiterò a dire: ben venga la concorrenza!

Come sapete, l'EGS da tempo regala uno o due giochi alla settimana, mentre sotto le feste ne ha regalato uno al giorno, per 12 giorni prima della fine dell'anno con tanto di tripletta finale.
Grazie a questa immensa generosità (?), ho potuto recuperare giochi che mi incuriosivano molto ma, per ragioni strettamente legate al budget, non ho potuto comprare, come Into The Breach, gioco STUPENDO che mi godo nelle brevi pause lavorative e di cui tornerò a parlare sicuramente.

Non contenti di aver regalato svariate centinaia di euro in videogiochi, quelli di Epic hanno pure introdotto i saldi invernali, scontando di 10 euro diversi giochi (da almeno 14,90 €) e regalando un ulteriore buono da 10 euro da spendere entro maggio 2020.

E così, sentendomi abbastanza "in debito" nei confronti dello store, ho approfittato dello sconto e, con poco più di 8 € mi sono "portato a casa" Rebel Galaxy Outlaw, dopo aver visto un interessantissimo video introduttivo realizzato dagli stessi sviluppatori, i Double Damage Games.

martedì 7 gennaio 2020

Che Dio ti benedica, Guybrush Threepwood!




Certo che la vita è proprio assurda!
A volte fa dei giri pazzeschi e ti ritrovi praticamente al punto di partenza, quantomeno per certi aspetti.

Come ormai i miei lettori (?) sapranno bene, The Secret of Monkey Island rappresenta per me qualcosa di inestimabile, un vero e proprio tesoro che Big Whoop può accompagnare solo
Non è stata solo la prima avventura grafica giocata con cognizione di causa, ma ha rappresentato anche alcuni degli aspetti più belli della mia infanzia: la passione per i pirati (all'epoca andavo matto per i romanzi di Salgari e gli sceneggiati Rai dedicati a Sandokan).

Si sa, nel corso del tempo le passioni si accendono, si spengono... e a volte si riaccendono!

Da tempo sentivo un richiamo, una nostalgia forte, di quelle che ti prendono alla bocca dello stomaco. Un'epoca d'oro, quella in cui smanettavo ore sul mio vecchio, fedele 486 (dio quanto mi manca!), con centinaia di floppy sparsi per casa, fra Wing Commander (su questo ci torno a breve, promesso), One Must Fall 2097 e, ovviamente, i primi due capitoli della saga di Guybrush Threepwood.

Cerco una copia di questa edizione!
E così, la fine del 2019 ha segnato per me un ritorno alle origini... o quasi! Infatti ho deciso di fare la maratona di tutta la saga di Monkey Island, partendo dalle Special Edition dei primi due, di cui ho apprezzato molto di più il secondo per le scelte grafiche e la qualità delle animazioni, il primo invece mi ha convinto meno, anche se le musiche le ho adorate, passando dal terzo, immortale capitolo (uno dei miei preferiti dal punto di vista affettivo), Escape from Monkey Island che non ho apprezzato quasi per niente, per poi concludere la saga in crescendo con il meraviglioso lavoro di TellTale, Tales of Monkey Island.

Ho trovato il quarto episodio alquanto discutibile, considerato il sistema di controllo davvero scomodo e legnoso (molto peggiore, a mio avviso, di quello di Grim Fandango di cui serbo un ricordo migliore), ma soprattutto il ruolo di Guybrush, ormai reso una macchietta, deriso e bullizzato - inutilmente - da tutti nel gioco. Viene meno l'eroe romantico, un po' naive e pasticcione, ma molto fortunato, dei primi tre capitoli, restando davanti a una specie di caricatura, più simile a SpongeBob che non a Guybrus. Ma se la spugna marina parlante, nella sua fanciullesca leggerenza (leggi semi-idiozia) si fa adorare, qui invece il momento facepalm è sempre dietro l'angolo e poco conta, almeno per me, la sottile critica dei due autori alla società contemporanea e al ruolo delle avventure e, soprattutto, alle infelici scelte del LucasArts di tardo periodo.

A risollevare il morale, per fortuna, ci pensano i cinque capitoli di Tales of Monkey Island, che non solo ci restituiscono un Guybrush Threepwood degno di questo improbabile nome, ma elevano la serie a un nuovo picco. Enigmi godevolissimi (non ho mai dovuto ricorrere ad alcun suggerimento/guida), a volte geniali ma sempre logici. Dialoghi brillanti e personaggi comprimari davvero interessanti e ben delineati.

Bellissimo ritrovare personaggi storici e scoprire nuovi risvolti di questo mondo immaginifico, di cui una certa generazione di giocatori a cui fieramente appartengo si sente ormai parte, non senza alcune sorprese davvero... sconvolgenti?

Non mi dilungo oltre perché il rischio spoiler è elevatissimo e non vorrei rovinare l'esperienza ad altri che come me arrivano tardi al party.

Resta solo un po' l'amaro in bocca nel sapere che, probabilmente, con la chiusura del quinto capitolo, abbiamo dovuto dire addio per sempre a Guybrush, Elaine, LeChuck e compagnia, dato che Disney non sembra minimanente intenzionata a proseguire su questa strada, né a cedere i diritti a Ron Gilbert.

Ma detto questo, la maratona di Monkey Island, che ho concluso non senza un certo magone, ha segnato un po' il mio ritorno al videogioco sul PC, alla nostalgia per un'epoca che ormai sento distante ma viva nel mio cuore, complice anche l'aver scoperto (eh sempre sul pezzo!) il canale di LGR che mi regala non pochi, meravigliosi, giri sulla mia memory lane e che vi consiglio di seguire , a patto di masticare un pochino l'inglese. Considerate che, praticamente, è l'unico canale YouTube che seguo con regolarità e di cui attendo con ansia i nuovi video.

Stavolta voglio promettervelo: questo post segna il mio ritorno sul blog. Voglio impegnarmi a scrivere più spesso e condividere con voi, sempre che ci siate ancora, le mie elucubrazioni mentali sui videgiochi, i ricordi e le emozioni che suscitano...



A breve per un nuovo post e auguri a tutti di un sereno 2020!

Where have you been lately?