martedì 7 gennaio 2020

Che Dio ti benedica, Guybrush Threepwood!




Certo che la vita è proprio assurda!
A volte fa dei giri pazzeschi e ti ritrovi praticamente al punto di partenza, quantomeno per certi aspetti.

Come ormai i miei lettori (?) sapranno bene, The Secret of Monkey Island rappresenta per me qualcosa di inestimabile, un vero e proprio tesoro che Big Whoop può accompagnare solo
Non è stata solo la prima avventura grafica giocata con cognizione di causa, ma ha rappresentato anche alcuni degli aspetti più belli della mia infanzia: la passione per i pirati (all'epoca andavo matto per i romanzi di Salgari e gli sceneggiati Rai dedicati a Sandokan).

Si sa, nel corso del tempo le passioni si accendono, si spengono... e a volte si riaccendono!

Da tempo sentivo un richiamo, una nostalgia forte, di quelle che ti prendono alla bocca dello stomaco. Un'epoca d'oro, quella in cui smanettavo ore sul mio vecchio, fedele 486 (dio quanto mi manca!), con centinaia di floppy sparsi per casa, fra Wing Commander (su questo ci torno a breve, promesso), One Must Fall 2097 e, ovviamente, i primi due capitoli della saga di Guybrush Threepwood.

Cerco una copia di questa edizione!
E così, la fine del 2019 ha segnato per me un ritorno alle origini... o quasi! Infatti ho deciso di fare la maratona di tutta la saga di Monkey Island, partendo dalle Special Edition dei primi due, di cui ho apprezzato molto di più il secondo per le scelte grafiche e la qualità delle animazioni, il primo invece mi ha convinto meno, anche se le musiche le ho adorate, passando dal terzo, immortale capitolo (uno dei miei preferiti dal punto di vista affettivo), Escape from Monkey Island che non ho apprezzato quasi per niente, per poi concludere la saga in crescendo con il meraviglioso lavoro di TellTale, Tales of Monkey Island.

Ho trovato il quarto episodio alquanto discutibile, considerato il sistema di controllo davvero scomodo e legnoso (molto peggiore, a mio avviso, di quello di Grim Fandango di cui serbo un ricordo migliore), ma soprattutto il ruolo di Guybrush, ormai reso una macchietta, deriso e bullizzato - inutilmente - da tutti nel gioco. Viene meno l'eroe romantico, un po' naive e pasticcione, ma molto fortunato, dei primi tre capitoli, restando davanti a una specie di caricatura, più simile a SpongeBob che non a Guybrus. Ma se la spugna marina parlante, nella sua fanciullesca leggerenza (leggi semi-idiozia) si fa adorare, qui invece il momento facepalm è sempre dietro l'angolo e poco conta, almeno per me, la sottile critica dei due autori alla società contemporanea e al ruolo delle avventure e, soprattutto, alle infelici scelte del LucasArts di tardo periodo.

A risollevare il morale, per fortuna, ci pensano i cinque capitoli di Tales of Monkey Island, che non solo ci restituiscono un Guybrush Threepwood degno di questo improbabile nome, ma elevano la serie a un nuovo picco. Enigmi godevolissimi (non ho mai dovuto ricorrere ad alcun suggerimento/guida), a volte geniali ma sempre logici. Dialoghi brillanti e personaggi comprimari davvero interessanti e ben delineati.

Bellissimo ritrovare personaggi storici e scoprire nuovi risvolti di questo mondo immaginifico, di cui una certa generazione di giocatori a cui fieramente appartengo si sente ormai parte, non senza alcune sorprese davvero... sconvolgenti?

Non mi dilungo oltre perché il rischio spoiler è elevatissimo e non vorrei rovinare l'esperienza ad altri che come me arrivano tardi al party.

Resta solo un po' l'amaro in bocca nel sapere che, probabilmente, con la chiusura del quinto capitolo, abbiamo dovuto dire addio per sempre a Guybrush, Elaine, LeChuck e compagnia, dato che Disney non sembra minimanente intenzionata a proseguire su questa strada, né a cedere i diritti a Ron Gilbert.

Ma detto questo, la maratona di Monkey Island, che ho concluso non senza un certo magone, ha segnato un po' il mio ritorno al videogioco sul PC, alla nostalgia per un'epoca che ormai sento distante ma viva nel mio cuore, complice anche l'aver scoperto (eh sempre sul pezzo!) il canale di LGR che mi regala non pochi, meravigliosi, giri sulla mia memory lane e che vi consiglio di seguire , a patto di masticare un pochino l'inglese. Considerate che, praticamente, è l'unico canale YouTube che seguo con regolarità e di cui attendo con ansia i nuovi video.

Stavolta voglio promettervelo: questo post segna il mio ritorno sul blog. Voglio impegnarmi a scrivere più spesso e condividere con voi, sempre che ci siate ancora, le mie elucubrazioni mentali sui videgiochi, i ricordi e le emozioni che suscitano...



A breve per un nuovo post e auguri a tutti di un sereno 2020!

Where have you been lately?

1 commento:

Twinkle ha detto...

È sempre un piacere quando un blog viene riesumato^^