venerdì 26 luglio 2024

Overcome

 

Il mio bel braccino depilato

Da bambino, ho frequentato i primi anni di asilo nido negli States, dato che sono nato lì e ci ho trascorso i primi cinque anni e mezzo della mia vita.

Dove vivevo, ogni scuola materna/asilo era dotata di piscina e la frequentazione includeva un corso di nuoto/acquaticità.

Da quello che mi raccontava mia madre, e dai miei ricordi, me la cavavo molto bene in acqua. Purtroppo questa cosa ha scatenato un po' di gelosia in uno degli altri bambini che ha ben pensato di tenermi la testa giù, sotto l'acqua.

Mi sono portato dietro questo trauma fino ai miei 17 anni: niente acqua alta, mare e piscina molto mal volentieri.

Poi un giorno, semplicemente, ho deciso di non voler più essere schiavo di questa fobia, e, pian piano, ho iniziato a imparare a nuotare, a fare il morto a galla e ad andare di stile libero.

La paura dell'acqua alta, però, non mi mollava. Semplicemente, una volta arrivato a metà vasca, mi bloccavo, nel panico. Paralisi totale.

Passano gli anni, arriva Penny. Io e mia moglie decidiamo di farle prendere confidenza con l'acqua fin da piccolina, così a 3 mesi e poi a 6 abbiamo fatto un corso di acquaticità con un'ostetrica. Mia moglie non sa nuotare molto bene e quindi ha passato a me la palla.

Devo dire che quei momenti in piscina con la mia piccolina sono ricordi che custodisco come un tesoro nella mia mente. Abbiamo legato tantissimo, a livello primordiale, ma soprattutto lei ha sviluppato un senso per l'acqua che si porta dietro ancora oggi.

Qualche anno dopo, le abbiamo fatto fare un piccolo corso estivo in piscina, dove ha imparato a gestire la presenza in acqua alta e molto altro. Da allora, non ha più smesso di tuffarsi dove non tocca, sia in piscina che al mare.

Siccome, ogni volta che la vedevo saltare, perdevo un paio di anni di vita per l'ansia, ho deciso di affrontare una volta per tutte la paura dell'acqua alta e di seguirla per tenerla d'occhio e aiutarla in caso di bisogno.

È stata dura, soprattutto combattere il panico, sapendo che sarei annegato se avessi lasciato che il mio corpo si bloccasse. Anche il fatto che lei venisse ad abbracciarmi in acqua dove non tocco, mi metteva molta paura, ma ho lottato con tutto me stesso, soprattutto per non trasmettere questa ansia a lei.

Due anni fa, andiamo in vacanza e, a un certo punto, decidiamo di fare una gita in barca. Il percorso prevedeva delle soste in acqua molto alta per nuotare. E ovviamente, quel pesciolino di mia figlia era sempre la prima a mettere il giubbino di sicurezza e tuffarsi dall'imbarcazione.

E così, per forza di cose, ho dovuto prendere il coraggio a quattro mani e nuotare a 16, 20 e 24 metri. Potete immaginare come stavo.

Però, dopo un paio di momenti in cui ho sentito il panico spingere verso il petto, alla fine mi sono abituato e mi sono goduto la cosa, mandando la talassofobia al mare (teh-eh).

Adesso, quando andiamo in piscina, salto direttamente in acqua dalla parte più profonda e quest'anno, a mare, per la prima volta, mi sono tuffato dagli scogli e sono andato in esplorazione al largo, senza la minima paura, tenendo pure la mia pulce d'acqua quando si stancava.

Ancora una volta, mia figlia ha avuto la capacità di farmi uscire dalla mia comfort zone e superare i miei limiti, per amore suo, per evitare che anche lei possa incorrere in queste situazioni.

Da quando c'è lei, la mia vita si è riempita di colore, emozioni, avventura. Lei non ha idea di quanto io le sia grato per essere mia figlia.

E così, alla fine della vacanza di quest'anno, io e mia moglie decidiamo di celebrare tante cose (che terrò per me) con un tatuaggio.

Io ho scelto la megattera, uno dei miei animali acquatici preferiti, un simbolo che mi ricorderà sempre che si può superare tutto, anche quello che fino a qualche anno fa avresti considerato impossibile. Se mi avessero detto che un giorno avrei saltato da uno scoglio in acqua profonda almeno 5 metri gli avrei riso in faccia.

E sto anche valutando di fare il corso per prendere il brevetto da sub, l'anno prossimo!

Il richiamo delle balene è anche un riferimento ad Abzû, un gioco che ho vissuto con mia figlia, restando a osservarla mentre si stupiva e lanciava gridolini di gioia per tutti i pesci a schermo (vi ho detto che adora anche pesci, meduse e altre bestioline di mare?).

Non so perché ho sentito il bisogno di condividere questa cosa, ma averlo fatto mi ha aiutato a fissare nella testa alcune cose che girovagavano a livello istintivo dentro di me.

E che bello avere finalmente un ricordo estivo carico di gioia, con zero malinconia! :)


And we shall overcome, as we've done before