Foto di Jeswin Thomas |
Foto di Jeswin Thomas |
Per chi, come me, lavora otto ore al giorno al computer, non è raro volersi distaccare un po' dal mondo digitale alla fine della giornata.
Una delle cose che adoro è che, negli ultimi anni, ho avuto la fortuna e l'onore di unirmi a ben due gruppi di appassionati di board game, non solo recuperando vecchie amicizie, ma trovandone anche di nuove.
Ma ormai questa storia dovreste conoscerla, dato che ne ho già scritto profusamente negli ultimi post.
La cosa interessante, e nuova, è che da un po' di tempo ricomincio anche a sentire un po' la spinta verso il videoludo, sebbene sia molto più lieve e meno pressante di un tempo.
E così, complice anche un bellissimo regalo di compleanno ricevuto da mia moglie, ho risistemato la postazione in studio e separato il PC gaming dal computer che uso per lavoro.
Questo cambiamento è stato positivo, perché adesso accendo quel computer solo quando ho voglia di giocare e rilassarmi, non associandolo più al lavoro. E ho ripreso in mano Control, che ho finito (quantomeno la parte main), insieme al DLC dedicato alle Fondamenta.
Poco tempo fa, ho avuto modo di acquistare Starfield a un prezzo tutto sommato accessibile, e sebbene abbia fatto solo poche missioni, non ho potuto fare a meno di apprezzarne diverse qualità, la prima il senso di avventura ed esplorazione. Sicuramente nei prossimi giorni lo riprenderò in mano, tempo di ultimare le ultime missioni e il DLC dedicato ad Alan Wake sul gioco Remedy.
Per lavorare, sono passato a un Mac mini con processore M2 e devo dire che mi trovo benissimo. Ho avuto la possibilità di installare qualcosa da Steam per testarlo ed è stata una soddisfazione. Ma la cosa più bella è che sono riuscito a riesumare una vecchia gloria del passato, ovvero Sim Tower, un gioco che ho amato alla follia da ragazzo. Per giocarlo, è servita una macchina virtuale con macOS 9, e dopo i primi sbattimenti, è stato davvero bello ritrovarmi a costruire la mia torre dopo tanti anni.
Sempre pensando al passato, ultimamente mi è venuta voglia di tornare a giocare le vecchie avventure della LucasArts. Il primo titolo che mi viene in mente è Full Throttle, per cui sto provando una certa nostalgia.
Ma mi sono ricordato che non ho mai giocato a Indiana Jones and the Last Crusade, una mancanza che voglio recuperare quanto prima. Tra l'altro Penny si è appassionata della saga e potrebbe essere l'occasione per giocare insieme alla nostra prima avventura punta e clicca.
Chissà, durante la pausa natalizia, riuscirò magari a riprendere anche System Shock, un ottimo remake che ho dovuto mettere in pausa per i troppi impegni.
Certo, sono tante cose da fare, e sono quasi certo che non riuscirò a farle per mancanza di tempo/voglia, ma uno può sempre sperare, no?
Lato giochi da tavolo, sto cercando di godermi tutti i titoli accumulati negli ultimi anni, evitando nuove acquisizioni sia per motivi di spazio ma anche e soprattutto perché si finisce a non approfondirne nessuno. Con il gruppo, stiamo rispolverando l'immortale Blood Rage, a cui sto aggiungendo un piccolo upgrade fatto in casa.
Altro gioco che fa furore è Nemesis, per cui ho acquistato dei piccoli accessori su Etsy, molto utili per proteggere le tessere e tenere traccia dei colpi assestati agli Intrusi in modo più efficiente.
Magari vi racconterò meglio di queste cose in un post dedicato... vedremo.
Però dopo tanti mesi di silenzio, è bello risentire un po' il richiamo dei videogiochi, anche se non so se posso definirlo un ritorno di fiamma, un qualcosa di momentaneo o una semplice botta di nostalgia. C'è che però ogni tanto sento voglia di accendere il PC e far partire qualcosa, quindi questo ce lo portiamo a casa con piacere.
Quel che è certo è che ho sentito molto la mancanza di questo posto, e mi pare di capire che c'è ancora qualcuno là fuori che si prende la briga di venire a leggere queste mie elucubrazioni mentali.
Non so cosa mi riserverà il futuro, così come non so che strada intraprenderà questo blog, ma quello che so è che ci sto pensando: voglio continuare a scrivere, ma non so se questa sia la forma definitiva... anche di questo ce ne occuperemo più avanti.
Per ora, non mi resta che ringraziarvi per le visite, e sperare che continuiate a seguirmi su My Games Corner.
Goodnight and good luck
Ieri sera, Epic Games mi invia una mail in cui mi si chiedeva di cambiare il nome visualizzato, poiché presentava contenuti non appropriati.
HellCiccio, un nick che possiamo definire in molti modi (brutto, stupido), ma inappropriato?
Al netto dell'ipocrisia dietro questa decisione, questa cosa mi ha aiutato a realizzare un pensiero che avevo da tempo. In effetti, pensandoci, HellCiccio è un nick che mi porto dietro da tanti, troppi anni. Un nome che mi porto dietro addirittura dai tempi di GamesRadar e che, a dirla tutta, non mi ha mai fatto impazzire più di tanto.
Mi ero iscritto a quel forum per chiedere una cosa specifica di cui non ricordo più nulla, ma ho ben chiaro il processo mentale che mi ha portato a quel nome... Negli anni, mi sono quasi abitato alla sua pronuncia cacofonica, che molti amici abbreviavano in Hell (un aspetto che da buon metallaro non potevo non apprezzare!).
Ma diciamocelo, a 42 anni riferirmi al mio "doppleganger digitale" con HellCiccio mi suonava strano da tempo, al limite del cringe. Certo, resterà la "macchia" sulla mail che ormai uso tantissimo a livello personale (per fortuna ho avuto la decenza di separarla dalla mail lavorativa, più "seria"), ma tant'è.
E così, preso un bel respiro, ho deciso di dire addio a questo nickname. Può sembrare una sciocchezza, e quasi certamente lo è, ma separarsi da un nome che nel bene e nel male ti ha accompagnato online per anni, non è poi così banale.
Vuoi o non vuoi fa parte della tua identità, se così vogliamo definirla, quantomeno digitale. E così, passare a un nick più congeniale (Cloudman è un nome che ho usato in vari contesti, che apprezzo molto sia per il concetto delle nuvole che per il richiamo a quel capolavoro che risponde al nome di Killer7) ha significato chiudere un capitolo piuttosto lungo della mia vita. Sì perché, mai come nel mio caso, il mondo digitale e quello reale hanno finito spesso per sovrapporsi. E vi ho mai detto che il mitico Mario AIO Morandi, che considero un amico da tanti anni, è stato mio ospite e ci siamo anche rivisti di recente qui in Sicilia?
Dunque, chiudere il capitolo HellCiccio e un po' più che un banale cambio di nick: certo, mi piacerebbe abbandonare del tutto il concetto di nickname, ma tengo molto alla mia privacy, di conseguenza nope!
Qui sul blog, però, ho deciso di non adottare un'alternativa, e firmare semplicemente con il mio nome, Marco che penso sia la cosa più appropriata, data la natura personale di questo blog (senza contare che ormai, probabilmente, sono l'unico a leggere queste elucubrazioni mentali).
Cambierà qualcosa? Probabilmente no, anche se fa un po' strano leggere Cloudman e non più quel brutto, cacofonico, nick che ho usato per così tanto tempo...
Sì, alla fine, è davvero un pippone mentale piuttosto inutile, ma ho sentito come il bisogno di cristallizzare questo momento, fissarlo nel tempo e nello spazio di questo piccolo blog.
My name is Marco Stefano, but everybody call me Marco
Foto di Pixabay: https://www.pexels.com/it-it/foto/jack-o-lantern-236277/ |
Si avvicina Halloween e a casa abbiamo già intagliato la zucca, in attesa del weekend per tirare fuori le decorazioni a tema, tra ragnatele, scheletrini e pietre tombali varie ed eventuali.
D'altronde, Penny adora questa festa e a noi piace molto farle vivere la magia di questi momenti, prendendo anche lo slancio per le festività più impegnative che ormai sono sempre più vicine.
In questo periodo, dove l'autunno si sta facendo proprio aspettare, sentiamo un po' il mood della spooky season, e cosa c'è di meglio di una bella serata intorno al tavolo per passare il tempo insieme e divertirci?
Come ormai avete potuto vedere, è da un po' che i giochi da tavolo sono diventati una delle nostre passioni principali e, quindi, ho pensato di condividere con voi i miei 10 giochi da tavolo preferiti da giocare a Halloween, con qualche piccola menzione speciale alla fine.
Stanchi dei soliti film horror? Ecco qua alcuni giochi che potranno farvi vivere in prima persona l'atmosfera di Halloween!
Fonte: Board Game Geek |
Fonte: Board Game Geek |
Fonte: Board Game Geek |
Fonte: Board Game Geek |
Fonte: Board Game Geek |
Foto di ROMAN ODINTSOV |
Mi capita spesso di riguardare foto e video di mia figlia da piccola, oppure andare a ritroso su questo piccolo blog e rivivere attimi precisi della mia vita, che ho in qualche modo cristallizzato su queste pagine.
Non lo so, forse è vero che più vai avanti e più la tua testa inizia a voltarsi indietro, però cerco di vivere il presente il più possibile. Una delle decisioni più "difficili" che ho preso negli ultimi tempi è stata quella di ridurre al minimo la mia presenza online. Ho cancellato i miei profili Instagram e Facebook, e il prossimo a subire questo destino sarà probabilmente X/Twitter.
Quest'estate ho scattato pochissime foto durante le ferie, perché ho preferito vivere l'attimo, guardare la mia pulce d'acqua nuotare direttamente con i miei occhi piuttosto che dietro la lente distorta dello smartphone.
Sì, perché la percezione del tempo che passa è sempre più forte e cerco dunque di resistere alla tentazione di immortalare tutto, ogni secondo, per poi rendermi conto di non aver vissuto a fondo l'esperienza, troppo preso dalle riprese. Senza dimenticare tutte le ore sprecate nel maledetto doom scrolling, che ti porta via tempo prezioso praticamente per il nulla.
Insomma sto cercando di riequilibrare la mia vita digitale e quella analogica. Perché, alla fine della fiera, il tempo non è mai tempo, per niente. È molto di più: è la risorsa più grande e importante che hai e quando lo capisci, tutto il resto passa in secondo piano.
Tempo.
Ho tolto tanto tempo a cose che una volta occupavano uno spazio importante nella mia vita, da tempo non parlo quasi più di videogiochi. Non è che non li ami più, è semplicemente che adesso ho bisogno di occupare il mio tempo con altro.
Forse sono stati i lockdown, non saprei, tuttavia ho bisogno più che mai di condividere il mio tempo con le persone più importanti. La mia famiglia, i miei amici, i miei compagni d'avventura dell'Hellfire Club e dei Ludopatici Anonimi (ehehe, sì abbiamo chiamato così i nostri gruppi di board gaming).
Non so se le cose cambieranno ancora, ma ho smesso di avere paura, sia dello scorrere del tempo che del cambiamento.
Tutto è cambiamento. Sempre. 7 anni fa HellCiccio era decisamente una persona diversa dal Marco che sta buttando giù queste righe sconnesse.
Il backlog non mi fa più paura. Piuttosto è una fonte sconfinata di opportunità che coglierò se vorrò (e potrò) farlo, altrimenti lo farà mia figlia quando sarà più grande.
Non ho uno shelf of shame, che è tipicamente lo scaffale o il posto dove metti tutti i giochi da tavolo che compri ma che non hai nemmeno aperto. Ho pochissimi giochi che non ho potuto provare e per me fanno parte dello shelf of opportunity. Prima o poi avrò la fortuna di scoprire qualcosa di nuovo. Oppure no. E magari scambierò questo o quel gioco con qualcosa di più congeniale.
E va benissimo così.
Believe in me
Brass Birmingham |
Ma c'è ancora quella voglia di relax, di non far nulla di particolare che mi porta spesso a girare per casa un po' irrequieto, perché da una parte vorrei spaccare il mondo, intavolare il gioco più complesso che ho e batterlo, dall'altra vorrei parcheggiare le terga sul divano e non pensare a niente.
Poi un guizzo, e allora sì, dai, tiriamo fuori Brass Birmingham, e proviamo a sconfiggere uno dei suoi automi migliori, Mautoma. D'altronde, in questo periodo, quasi tutti gli amici sono fuori e, alla sera, preferiscono una passeggiata o un gelato allo stare chiusi in casa a fare qualche partita. E ci sta tutto.
Però la voglia di spostare token e pedine è troppo forte, per fortuna esistono le modalità in solo. Anzi, devo dire che, ultimamente, la maggior parte dei miei acquisti lato board games è stata influenzata, appunto, dalla presenza della modalità in solitaria, ufficiale o meno che sia.
E così, ho sfidato l'automa di Brass a difficoltà media. Dopo un breve ripasso delle regole e l'uso di un'ottima web app che mi ha evitato di stampare e imbustare le carte che stanno alla base di questa IA, ho iniziato a disporre le mie industrie nella Black Country.
Forse ho cannato qualche regola, d'altronde era da un po' che non giocavo a Brass Birmingham e non si tratta di un gioco esattamente per principianti. La sua meritatissima (secondo me) presenza al primo posto nella Top 100 di Board Game Geek si manifesta fin dai primissimi turni di gioco, e tutto è iper-soddisfacente: dal piazzamento delle tessere al proseguire sul tracciato delle rendite, passando per il flip dei token, cioè quando una delle nostre proprietà va in attivo e ci concede un boost degli introiti round dopo round e una prospettiva di vittoria grazie ai punti da conteggiare a fine partita.
Di recente, non ho avuto grande fortuna con gli automa, tutte le partite in solo che ho giocato sono finite con una mia sonora sconfitta, da Wingspan (quell'automa in particolare è diabolico) a Paladins of the West Kingdom. Poco male, però: tutto questo è utile per approfondire le meccaniche di gioco e, possibilmente, fare meglio nelle partite successive.
Tutto questo, però, non potrà sostituire il piacere di riunire gli amici a un tavolo, dunque occorre aspettare ancora un poco. Questa nuova stagione del nostro club vedrà l'introduzione di qualche nuovo titolo, probabilmente, sebbene ci sia la voglia di approfondire i giochi fatti durante la stagione precedente, in particolare Terraforming Mars.
L'Alleanza Ribelle è pronta a dar battaglia |
Dunque non resta che attendere il ritorno dei cool kids, magari sfidando l'IA duplice di Dune Imperium oppure, finalmente, provando X-Wing contro l'app AI, che aiuta a gestire il gioco in modo snello ed elegante, e ora che finalmente ho trovato un tappetino 90x90 a tema, non vedo proprio l'ora di schierare sul campo l'Impero e la Ribellione!
Don't Stop Believing
È passato quasi un anno dall'ultimo post.
E siamo quasi al giro di boa di questa estate 2023.
Videoludicamente parlando, questi quasi 12 mesi sono stati alquanto fiacchi, togliendo l'ottimo remake di System Shock e qualche sporadica partita a giochi del mio backlog.
La verità è che da un po' di tempo a questa parte, la passione per il videoludo si è spenta lentamente, come una candela che negli anni ha dato tutto di se, ma che ora vuole solo riposare.
Una parte di me, ogni tanto, vorrebbe ritornare ad accendere la PlayStation 2, o magari fare un giro sul Dreamcast, ma rimane solo un lieve sentore, sovrastato dal rumore di fondo della quotidianità.
E va bene così.
D'altro canto, la passione per un altro tipo di ludo, ovvero i giochi da tavolo, arde forte e mi ha permesso di riconnettermi con tante persone che nel corso degli anni avevano preso strade molto diverse.
Ritrovare vecchi amici, scoprirne di nuovi, ma anche trascorrere del tempo di qualità con la famiglia, tutto questo è la perla che trovi dentro l'ostrica, quando meno te lo aspetti.
E allora, l'anno che ci separa quasi del tutto dal post precedente è stato molto ricco: non solo la collezione è cresciuta, grazie a regali, offerte, buoni Amazon e occasioni su mercatini e altri marketplace dell'usato, ma anche le partite fatte.
Ho trascorso un mese al mare con la mia famiglia e quella di mio cognato: le prime due settimane in smart working, le altre due in vacanza. Mio nipote si è appassionato moltissimo al gioco da tavolo e le partite a Carcassone, Castles of Burgundy e Carpe Diem sono state numerose e avvincenti.
Goonies Never Say Die |
Il ritorno a casa è stato più dolce grazie a una copia di Paladins of the West Kingdom ad attendermi, con Collector's Box, monete in metallo e le due espansioni City of Crowns e Tome Saga.
La prima partita contro l'automa è stata un vero disastro per me, dato che ho perso con uno scarto di oltre 40 punti, ma è stata ottima per iniziare a familiarizzare con il motore di gioco e stabilire le aperture migliori per non perdere le prossime sfide.
Agosto è sempre un mese di attesa: aspettare gli amici che tornino dalle vacanze per organizzare nuove serate, aspettare settembre, il compleanno e quel trio di Scythe ed espansioni (Invaders from Afar e The Wind Gambit) che saranno il tuo regalo tanto agognato.
Per il momento ci godiamo l'attimo, con una bella partita in famiglia al primo scenario di Goonies Never Say Die, e l'attesa di organizzare una serata per sfidarci a Brass Birmingham.
Paladins of the West Kingdom |
Da Marte è tutto, ah no: l'attesa è anche per la prossima sfida a Terraforming Mars, gioco che ho spolpato in solitario e online, e che ha visto una sola sessione al tavolo. Un gioco che ha rapito tutti, e che non vedo l'ora di riproporre nel gruppo.
Sul videoludo, al solito c'è la voglia di riprendere qualcosa online con gli amici, ma la vita non sembra essere troppo d'accordo, vedremo...
See you Space Cowboy
Photo Credit Devolver Digital - Terrible Toybox |
Settembre è un mese di promesse, come la promessa dell'autunno alle porte, un mese in cui si tirano le somme, ma è anche un mese in cui si celebra un compleanno importante (non il mio), ovvero quello di Monkey Island, che ormai ha più di 30 anni (sorvoliamo su quello che significa per la mia età).
Un gioco fondamentale per la mia crescita, sia da giocatore che da persona, e anche "blogger", un gioco che ancora oggi è presente nella mia vita, fra citazioni, ricordi, motivetti fischiettati con la chitarra, l'ukulele e, da poco, anche con il banjo (!).
Van Helgen ti sconfigerò prima o poi! |
Però, il 19 settembre esce un nuovo Monkey Island. Sì, esatto. Return to Monkey Island, se per caso avete trascorso gli ultimi mesi in ibernazione, è il nuovo gioco della serie, realizzato da Ron Gilbert, con la collaborazione di David Grossman, e le musiche originali di Michael Land. Se questi nomi non vi fanno accendere nemmeno una scintilla d'emozione, o siete troppo giovani oppure dovete CORRERE a recuperare subito i primi due Monkey Island (e poi giocarvi tutti gli altri, che male non è). Tipo ADESSO.
Per quanto mi riguarda, adoro l'artwork del gioco (e non spenderò una parola sugli imbecilli che hanno ben pensato di insultare zio Ron su Twitter, che possano trovare l'eterno flagello sulla nave del pirata fantasma LeChuck!), e ho già fatto il pre-order su Steam.
Non vedo l'ora che sia il 19 per poter scaricare l'avventura e dimenticarmi per qualche ora tutto l'annesso e il connesso all'essere adulti e tornare un po' a Mêlée Island. Tornare per qualche ora a casa.
“Look behind you, a Three-Headed Monkey!”
Zombicide Invader è diventato il mio gioco da tavolo preferito |
Tanti anni, la mia famiglia decise di fare una lunga vacanza in Abruzzo. Io e mio fratello eravamo ancora relativamente piccoli, ma conservo ancora dei meraviglioso ricordi di quel mese trascorso a L'Aquila, molto prima del devastante terremoto che la cambiò per sempre.
Tra le belle cose, trovarono spazio anche momenti più puramente nerd, come il nostro primo approccio a un cabinato di Tekken in uno dei bar in centro, oppure il negozio di fumetti che vendeva il gioco di carte collezionabili di Ken il Guerriero.
E sempre a proposito di carte collezionabili, quegli anni lì, doveva essere il 1995, erano dominati per la mania dilagante di Mutant Chronicles e Doomtrooper, che purtroppo non riuscirono però a farsi strada nei cuori degli appassionati come Magic The Gathering.
Io e mio fratello comprammo un set base e qualche busta di espansione di Doomtrooper, io invece compravo i fascicoli della Hobby & Work, che però non arrivai completare. In ogni caso, negli spostamenti sulla mitica Fiat Croma di nostro padre, ci trovavamo spesso a giocare sui sedili posteriori con quelle carte, di cui non conoscevamo le regole e pertanto ci inventavamo noi come fare.
Ricordo la pioggia, fu un'estate molto piovosa, e forse è per questo che associo la pioggia a tante cose, come avrete modo di leggere su queste pagine nel tempo.
Passano gli anni, continuai a comprare ancora qualche mazzo di Doomtrooper, ma anche di Kult, di cui possiedo quasi tutte le carte della prima edizione (forse l'unica, tolta l'espansione che non arrivai a prendere) e qualche box di Magic (feci anche tutta la collana Pegaso della Hachette che conservo ancora, come tutte le altre carte che ho citato).
Poi la vita, come al solito, mi portò altrove e dimenticai quanto mi piacessero i giochi di carte e i giochi da tavolo in generale.
Tutto questo, almeno, fino a quest'anno.
Infatti, Laura ha comprato a Penelope un piccolo gioco da tavolo della serie Kids Love Monsters della Lisciani, una variazione del Gioco dell'oca, pensato per aiutare i piccoli ad affrontare i propri spauracchi.
Vedo in Penny accendersi una grande passione per i dadi, i giochi da tavolo, le pedine, ma anche per il fare di conto, sommare i punti, insomma mi rendo conto che a Penelope piace la matematica, un po' meno perdere (ma questa è un'altra storia).
Così, riconoscendo il potenziale educativo dei giochi da tavolo, decido di coinvolgerla in giochi un po' meno da bambini. A Natale aveva già ricevuto Forza 4, L'Allegro Chirurgo e altri giochi del genere, ma volevo vedere come se la cavasse con mondi di fantasia un po' più complessi.
E così, nel giro di poco tempo, ho ricominciato ad appassionarmi a questo mondo, vedere diversi video su YouTube, e uno dei miei preferiti è diventato subito TableTop, un vecchio programma del canale Geek & Sundry, presentato da Wil Wheaton, che è diventato velocemente una delle mie persone preferite del web!
Un po' alla volta, abbiamo iniziato a collezionare vari giochi, come Talisman, Munchkin, King of Tokyo e altri. Penelope, con il nostro aiuto, si è orientata subito e, anche se non sa ancora leggere (ha appena iniziato la prima elementare... eh sì.... sob) ha capito come muoversi in questo mondo e, molto spesso, passiamo i pomeriggi pigri e liberi giocando a Munchkin, Exploding Kittens e, addirittura, a Zombicide Invader! Su questo ci torno dopo.
Nonostante il suo carattere competitivo e la difficoltà nella gestione della sconfitta, Penny adora giocare e molto spesso ci stupisce, soprattutto in giochi in cui bisogna esprimere la propria fantasia e creatività come Dixit e C'era Una Volta.
Insomma, sì, nel giro di qualche mese, abbiamo riempito il soggiorno di scatole colorate, con buona pace di Laura, ehehe.
E così, da vari mesi, la passione, soprattutto la mia, è cresciuta: ho cominciato a seguire attivamente diversi canali YouTube italiani, come Al4oPiù (che è il preferito di Penny, ma devo dire anche il mio), Miss Meeple e Sgananzium.
Un pezzettino della nostra collezione |
Personalmente ho capito di essere un grande amante degli american, come appunto Zombicide Invader che non è solo uno dei miei giochi da tavolo preferiti (amore a prima partita!) ma mi ricorda tanto le atmosfere di Star Quest, gioco che da ragazzino non ho mai potuto avere. E adesso attendo con ansia di poter mettere le mani su un titolo fantastico che si chiama Nemesis e che ricorda tantissimo la saga di Alien per le atmosfere e il design degli alieni.
I videogiochi sono passati un po' in secondo piano, sia perché in estate, con il caldo, non mi andava tanto di giocare al PC, soprattutto perché il poco tempo libero l'ho indirizzato a trascorrerlo in famiglia giocando insieme a vari titoli, come anche Unstable Unicorns, Bears Vs. Babies e Sushi Go!
Penny e Talisman |
Non so dove ci porterà questa passione, ma è un qualcosa in comune, un territorio in cui possiamo davvero ritrovarci insieme e condividere momenti spensierati. Penelope, a soli 5 anni e mezzo, inizia a sviluppare un certo gusto per alcune tipologie di meccaniche, mi chiede spesso di guardare insieme i gameplay di Nidio e company su Al4oPiù e ha strappato a me e a sua madre la promessa di portarla al Modena Play l'anno prossimo, sia per conoscere i suoi beniamini che per vivere ancora di più una passione che è nata da poco ma che già divampa forte in lei.
E io non potrei essere più contento. Quanto avrei voluto condividere una passione così accesa con mio padre. Spero solo di essere sempre all'altezza.
Ma quanto sono belle le miniature di Zombicide? |
Eh, ma quanto??? |
Sometimes you have to reroute to remain
Bimbi grandi felici |
Tanti mesi di silenzio, promesse non mantenute, un'assenza da questo blog contrassegnata da un periodo di distacco, in un secondo lockdown che ha pesato di più, anche se all'inizio non me ne sono accorto più di tanto.
Eppure sono qui, ostinato e determinato a non far morire questo blog, intenzionato più che mai a fare di tutto affinché il bambino che è in me non smetta di giocare, di meravigliarsi, di stupirsi.
Ma non è facile, soprattutto quando macini migliaia di parole al giorno per vivere. Non è facile quando inizi a sentire il bisogno di tornare a una normalità che non tornerà mai, quantomeno mai come era prima. Perché il mondo è cambiato, e tu sei cambiato con lui.
Il 2020 passerà alla storia per tantissime cose, soprattutto negative. Il COVID 19, i grandi del mondo delle arti che ci hanno lasciato uno dopo l'altro. Le notizie, le famiglie devastate da un lutto che non può nemmeno essere vissuto. La paura costante dell'ignoto, il cercare di trovare una strada in mezzo all'enorme rumore di fondo provocato sui social dall'ignoranza, dalla cattiveria e dalla stupidità delle persone.
E anche queste feste sono state totalmente fuori dalle righe. Poca voglia di festeggiare, non ho nemmeno scritto il consueto post augurale perché... diciamocelo chiaro, quest'anno mi sarei sentito terribilmente ipocrita a fare gli auguri. Auguri di che? Sì sembra un po' sciocco e infantile, e forse lo è. Ma diciamo che quest'anno lo spirito natalizio se ne è andato un po' in giro per i fatti suoi.
L'unica grande, immensa consolazione, è stata la famiglia. Il poter riassaporare momenti magici, cercando di fare in modo che per Penny fosse un Natale sì strano (pochissimi contatti, entro i limiti delle regole), ma non privo di magia.
E così abbiamo fatto il possibile per farle vivere un po' lo spirito natalizio che a noi è mancato quasi del tutto. Abbiamo ospitato un elfo (il famoso Elf on the shelf), abbiamo intrattenuto un fitto scambio epistolare con Babbo Natale, fra letterine, messaggi e telefonate (eh sì... potere della tecnologia!). E devo dire che è stata anche la nostra, di salvezza, dato che abbiamo potuto rivivere attraverso i suoi occhi stupiti, la sua emozione e la sua gioia, un po' di questo Natale mancato del 2020.
Dunque, per rispondere alla domanda del titolo... la magia c'è ancora? Direi di sì, nonostante tutto.
Quest'anno ho regalato a Laura e Penny la Nintendo Switch, insieme a qualche gioco, fra cui Zelda: Breath of the Wild. In tutta onestà, partivo alquanto indifferente nei confronti della console e non solo per il discorso PC Master Race. Per un po' di tempo ho snobbato del tutto la grande N, vuoi perché non apprezzo molto alcuni suoi modus operandi a livello aziendale, vuoi perché l'ultima grande esperienza vissuta con una console della casa di Kyoto è stata con il GameCube (anche se di recente abbiamo riscoperto piacevolmente la Wii a casa). Ma poi, vedendo giocare Laura e Penny, così felici e assorbite dai loro giochi, un grande amico di famiglia, Phil M., di cui vi ho parlato altre volte ci ha regalato Luigi's Mansion 3, non ho potuto fare a meno di osservare meglio e con maggiore curiosità questo strano ibrido tra console portatile e fissa.
E ho riprovato certe sensazioni... una certa magia... e nonostante il costo davvero elevato dei giochi, dopo aver provato la demo, ho ordinato Pikmin 3, e non vedo l'ora che arrivi per divorarlo!
Quindi, chiudo quest'anno all'insegna di un ritrovato amore per la magia Nintendo, ma non solo con alcuni bei momenti videoludici a cui però voglio dedicare un post a parte, altrimenti qua non ce ne usciamo più.
Chiudo il post augurando a tutti che il 2021 sia meglio del 2020. Un grande abbraccio!
Stay strong
Uno splendido trentenne! |
Il 2 settembre 1990 iniziava la leggenda! Nel profondo dei Caraibi... ormai queste parole sono impresse a fuoco nel cuore di tutti noi appassionati della saga de The Secret of Monkey Island, il capolavoro di Ron Gilbert edito trent'anni fa dalla LucasFilm Games, poi ribattezzata in LucasArts.
Del gioco ho avuto modo di parlare più e più volte, fin dagli albori del blog nel lontano 2008, ma anche di recente, quando vi ho raccontato della mia maratona della saga.
Ed eccomi qua, con qualche giorno di ritardo, a celebrare il trentesimo compleanno del gioco che mi ha fatto innamorare delle avventure grafiche e del gaming in generale. Un mondo picaresco folle e spensierato che mi ha fatto sognare e divertire per tanti anni.
Come vedete, il vostro HellCiccio è sempre sul pezzo, ehehe!
Ma d'altronde cos'altro potrei scrivere senza ripetermi? È un qualcosa di talmente radicato in me, che non passa occasione senza che io fischietti il tema o provi con risultati alquanto deludenti a riprodurlo con il mio ukulele... ormai lo sapete benissimo qual è il mio, ma probabilmente anche il vostro rapporto con questo capolavoro.
Che altro aggiungere? Beh anche io ho deciso di festeggiare a modo mio, in attesa di ottobre e nella speranza di potermi permettere l'antologia annunciata da Limited Run Games, vedete qui sotto!
This fall, to celebrate the 30th anniversary of the historic Monkey Island series, we’ll be releasing an elaborate, franchise-spanning anthology box set for Monkey Island. More details will be announced as we near our planned release date in October. #LRG3 pic.twitter.com/cspSOXm3Ux
— Limited Run Games (@LimitedRunGames) July 8, 2020
Ecco come ho deciso di celebrare il mio trentennale amore per la saga di Guybrush Threepwood & co.! Una stupenda maglietta ordinata da Qwertee! Ecco qui un'anteprima della stampa!
Orange is life |
Si sa, passato il Ferragosto, è subito settembre, poi Halloween e poi... "Che fai a Capodanno?"